Aforisma "fisico" del momento:

La fisica è come il sesso. Certo, può dare alcuni risultati pratici, ma non è per quello che si fa.
- Richard Feynman
(sotto l'originale, in italiano non rende)


Physics is like sex. Sure, it may give some practical results, but that's not why we do it.

lunedì, aprile 24, 2006

25 Aprile

visto che a Pasqua non sono stato bravo e ho ricevuto delle lamentele per mancanza di robe pasquali cerco di rifarmi...
il titolo è un utile link per sapere qualcosa del 25 aprile (questo è per i dementi che vengono intervistati a studio aperto e rispondono che il 25 aprile si festeggiano gli ebrei!) e qui sotto un articolo di due anni fa che mi è piaciuto, in attesa di quelli di quest anno ...

Quale 25 aprile, quale memoria
MILANO - Ci sono ancora mille modi, 59 anni dopo, per ricordare il 25 aprile del ’ 45: tanti quanti furono gli ideali, le attese e le speranze di quegli anni. Il modo più giusto è che ognuno guardi a questa data con il patrimonio della propria memoria. La quale, proprio perché appartiene a una persona, a un gruppo, a una cultura, non potrà mai essere davvero condivisa. Non è sovrapponibile, non è il segmento di una memoria che abbraccia tutti gli italiani. In fondo, ci sono tante memorie quanti sono i 25 aprile, a seconda che a celebrarlo, e magari a giudicarlo, siano gli eredi di una tradizione comunista, cattolica, socialista, azionista. E perché no, a- fascista o più semplicemente neutra: la « zona grigia » su cui rifletteva già Renzo De Felice e che oggi è al centro di nuovi studi che sarebbe sbagliato sottovalutare.

C’è anche un modo sbagliato, benché legittimo, di porsi davanti al 25 aprile ed è quello di ignorarlo o di rimuoverlo. Oggi che persino i figli e i nipoti politici dei reduci di Salò esprimono sul fascismo un giudizio di condanna e riconoscono i valori della democrazia repubblicana, che senso ha restare agnostici o indifferenti? Di solito l’agnostico vuole sottolineare l’uso strumentale che del 25 aprile avrebbe fatto negli anni la sinistra comunista. Ma tirarsi da parte e minimizzare - quasi 60 anni dopo - non costituisce una strategia lungimirante. Per almeno tre ragioni. La prima è che non esiste un’altra storia, o un altro mito democratico, da contrapporre al 25 aprile. In Francia la destra gollista si è distinta dalla destra pétainista e ha saputo incarnare i valori della Liberazione. Ha evitato che tali valori fossero rivendicati in modo pressoché esclusivo dalle forze di sinistra. Anche in Italia abbiamo avuto una Resistenza non comunista e persino francamente anti- comunista: dunque non solo il partito d’Azione o le formazioni cattoliche, ma anche gruppi liberali e mo narchici. Alcune figure avrebbero meritato maggiore attenzione nel dopoguerra e non l’oblio politico in cui sono precipitate. Quella parte d’Italia che non festeggia il 25 aprile, o non lo sente nel suo patrimonio genetico, farebbe meglio a interrogarsi sul perché queste figure sono state cancellate. E magari battersi per la loro rivalutazione a beneficio dei giovani. Un nome per tutti: il generale Raffaele Cadorna, comandante del Corpo Volontari della Libertà. Se la memoria del 25 aprile è diversa per ognuno, ma la data appartiene a tutti, è opportuno che si rivendichino i valori di libertà e di indipendenza come patrimonio orgoglioso dell’intera nazione. Come è stato per il Risorgimento.

E’ strano che ci sia invece chi preferisce abbandonare il campo. La seconda ragione riguarda il tema dell’identità nazionale. E’ difficile negare che il 25 aprile abbia contribuito ad avviare la rinascita dell’Italia. Meglio sarebbe, in ogni caso, collegare il giorno della Liberazione al giorno della Repubblica. Il 25 aprile ’ 45 e il 2 giugno ’ 46 formano insieme il binomio identitario che racchiude e descrive il percorso della costruzione democratica e testimonia di un equilibrio complesso, oltre che fortunato, per ragioni interne e internazionali. Forse la seconda Repubblica potrà un giorno fare a meno di quei lontani simboli. Al momento, di tale evento non s’intravedono i contorni, forse per i limiti della classe politica che dovrebbe definirne i contenuti in modo meno approssimativo di come è accaduto. La terza ragione investe l’attualità. Ha ragione chi contesta che il 25 aprile sia sfruttato per dare solidarietà ai « resistenti » dell’Iraq e condannare gli Stati Uniti. Ha doppiamente ragione chi ricorda quale sia stato il peso delle forze anglo- americane nella liberazione dell’Italia. Ma è un altro buon motivo per ribadire il senso del 25 aprile. E quindi per essere presenti, forti della propria memoria.

Stefano Folli

25 aprile 2004


3 Comments:

At mar apr 25, 02:47:00 PM, Anonymous Anonimo said...

Bella J!
Tu si che stai sul pezzo!!!

 
At mar lug 04, 10:25:00 AM, Anonymous Anonimo said...

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At ven lug 21, 07:28:00 AM, Anonymous Anonimo said...

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